Il Moto Club, vuole soprattutto tenere vivo il ricordo di un grande campione nonché di capace leader quale era Fausto Gresini.
Il progetto e il nome del Moto Club sono stati approvati, concessi e autorizzati dalla famiglia Gresini e da Nadia Padovani in persona.
“Semplicemente Fausto”

Ci piace ricordare Fausto con la sua spontaneità durante le interviste.
Come affronti le situazioni difficili?
“Se non ho un problema, me lo vado comunque a cercare: mi ci butto dentro. Non mi sono mai tirato indietro, io.”
Pilota con Esperienza o Giovane Manager, come hai deciso la tua strada?
È stata la passione a decidere. Intorno al ’97, eravamo 5 o 6 persone tra cui Fabrizio Cecchini, che mi ha seguito per tutta la carriera. Chi l’avrebbe detto, che alla fine, avrei messo su un’azienda da 20 milioni di fatturato con 70 dipendenti e 11 piloti?”
Come eri da adolescente?
A 13 anni ho capito che dovevo imparare un mestiere, sono andato in officina a fare il Meccanico. Appena c’era un attimo libero, correvo ai bordi del circuito di Imola: guardavo gli altri correre, e sognavo di poter esserci un giorno anche io un giorno. Magari arrivando anche ultimo al traguardo ma in pista come un pilota vero.
Quale ricordo hai di Marco Simoncelli?
“La sua voglia di vivere. Era una persona splendida, grazie al suo carattere, al suo temperamento che piaceva a tutte le persone che incontrava. Marco era veramente unico.”
E di Daikiro Kato?
“Era un ragazzo molto simpatico, introverso, a volte difficile da prendere. Quando non aveva voglia di fare qualcosa, diceva che non sapeva la lingua, che parlava solo giapponese…ma era un vero professionista molto preparato, sapeva bene quello che voleva…”
Come si lavora oggi con i giovani piloti?
“Vanno seguiti e indirizzati, il bello è che sono come delle spugne e, se dai loro le indicazioni giuste, vedi i miglioramenti in poco tempo. Fondamentale è che questi piloti abbiano tenacia e siano in grado di seguirti in questo percorso.”





